La mangiava Vittorio Emanuele II, quello strano re piccoletto e tracagnotto che non sembrava per niente un Savoia, al punto da ispirare voci su un presunto scambio in tenera età tra il vero rampollo reale ed il figlio di popolani toscani, che preferiva la caccia alla vita di palazzo e grazie a cui (o nonostante cui) l’Italia si è unita.
La mangiava la Bela Rosin, sua amante ufficiale – ma non unica – per vent’anni, finalmente sposata in matrimonio morganatico (una Camilla Parker-Bowels ante-litteram?).
La mangiavano e la mangiano, anche se non così conosciuta oggi come meriterebbe, generazioni di Piemontesi da allora in avanti.
E’ la Coppa Sabauda, dolce dal carattere Risorgimentale che è il mio contributo personale alle celebrazioni del 150esimo dell’unità d’Italia.
E non è solo la sua connessione con la famiglia reale a farmela scegliere come tale. Piuttosto una curiosa riflessione che mi è capitato di fare durante la mia vacanza in Sicilia un paio di mesi fa. Viaggiando per quella terra stupenda mi sono convinta che esistono dei fili trasparenti e impalpabili che uniscono culturalmente la Sicilia e i siciliani con il Piemonte. In parte riflessi in una specie di comune ‘riservata ospitalità’ nei confronti dell’altro, che mai trascende i limiti della privacy e della delicatezza. In parte anche in insospettabili affinità culinarie che vanno dall’uso dei vini passiti, alla commistione di sapori dolci e salati che si ritrova in tanti piatti siciliani ma anche in antiche ricette piemontesi, all’uso della ricotta cruda come ingrediente base dei dolci.
Perché la ricotta, o meglio il Seirass. ricotta di pecora tipica delle nostre valli alpine, è l’elemento principale di questo dolce, accompagnato da scorze di agrumi canditi, granella di torrone, scaglie di cioccolato. E, involucro a parte, non vi ricorda forse questo il Cannolo Siciliano??? A me si, moltissimo. Come non scegliere quindi proprio questo dolce dalle chiare connotazioni storiche e capace di avvicinare le due regioni agli antipodi dell’Italia per ricordarne il processo di unificazione?
Dimenticavo di dire: in Sicilia e nella fattispecie a Modica. mi sono imbattuta in una lapide dedicata ad un personaggio che in qualche modo ulteriormente unisce l’isola alla mia regione: Garibaldi. Il testo mi ha fulminata, tanto che, io che detesto sottoporre amici e parenti alla sciorinatura delle mie foto delle vacanze, ve la voglio proporre qui, unica testimonianza del mio viaggio. Ditemi voi se quanto scritto cent’anni fa non mantiene oggi un’attualità dolorosa e non riflette, nelle sue speranze, quello spirito che io voglio leggere come il vero spirito della parte migliore di questo paese.
Ingredienti (per 6-8 porzioni)
400 gr di seirass (ricotta piemontese, vedi sotto per sostituti)
1 bicchierino di rhum scuro
2 cucchiaini di scorza di limone grattugiata
2 cucchiai di uva passa ammollata nel Marsala secco
2 cucchiai di scorza di arancia candita a tocchetti
2 cucchiai di granella di torrone
150gr di panna montata
3-4 tuorli d’uovo freschissimi
70 gr di zucchero vanigliato
amarene Fabbri per guarnire
![]() |
cucina Piemontese |
Unite e amalgamate tutti gli ingredienti – ad esclusione delle amarene – sbattendo delicatamente con una frusta. Trasferite nei bicchierini o coppe individuali e riponete in frigorifero per un paio d’ore così che il composto si rassodi ed i sapori si amalgamino. Prima di servire distribuite su ogni porzione un paio di amarene Fabbri con un cucchiaio del loro sciroppo.
Sostituzioni:
In primo luogo, mi rendo conto che il seirass non è facilmente reperibile (neanche in Piemonte, figuriamoci altrove!). Per sostituirlo al meglio suggerisco di usare 2/3 di ricotta di pecora e 1/3 di ricotta vaccina, freschissime e di buona qualità. Passatele preventivamente al setaccio per ottenere la giusta consistenza cremosa.
Tra gli ingredienti possono essere aggiunti o sostituiti: cioccolato fondente a scaglie, albicocche, fichi o altra frutta deidratata tagliata a dadini ed ammollata nel Marsala o nel Moscato d’Asti.
Sarei felice se questa ricetta trovasse il suo posto nella raccolta per il 150esimo organizzata da Vaniglia e Cannella, una raccolta con uno spirito ed un fine diversi dal solito.
Il qualche modo però questo post mi sembra incarnare alla perfezione anche lo spirito del contest ‘Le Italie a tavola. Cucinare un’emozione’ di La cucina di qb. Lo propongo quindi anche a loro.
Splendido post, l'ho letto con molto piacere. Le coppette poi sono una meraviglia. Bravissima, ti auguro una buona domenica
coppe da leccarsi i baffi…amo queste cose con la ricotta, le amarene e tutto il resto, le trovo raffinate, veloci da fare e buone….bacio
un dolce raffinato che trasmette tutta la tua passione e bravura, complimenti
Ma quanto è bello il tuo blog. Verrò a farti visita ogni tanto, è bello leggerti e vedere queste belle foto. Ti seguo,se vuoi vieni a trovarmi :=)Valentina
senti detto fra le me e te, ma che non ci senta nessuno, io i ministeri li manderei su tutti, così si rendono conto che significa , il casino di traffico che tutti i giorni entra in città, lasciamo perdere….per il roseto no, non sono d'accordo, ma una cosa la possiamo fare l'anno prossimo, ormai, vieni a Roma ed io ti accompagno al roseto, magari appena apre, io sono andata un po' tardi quest'anno…va bene? io sapevo che ti sarebbero piaciute le foto, e non le ho fatte benissimo, ne ho buttate tante…un abbraccio
Tammy, occhio che ti prendo in parola! Ci vediamo l'anno prossimo, o chissà, magari anche prima.
Seirass, ruhm, granella….voglio una di quelle coppe, ora subitissimo :)))
Brava, originale e raffinata come sempre!