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E oggi cuciniamo … le luci Lowell EGO fai-da-te!
Già, già, quella che vedete qui è stata la produzione di un week-end invernale quando con l’ausilio del mio prode assistente (l’Ing, naturalmente) ho finalmente messo in pratica un’idea che mi ronzava per la testa da un po’: risolvere il problema atavico del blogger, ovvero come fotografare decentemente il cibo in quei bui pomeriggi invernali e, ancora peggio, la notte. Senza naturalmente né svenarsi economicamente né impegnare una porzione notevole del soggiorno con ingombranti luci, cavalletti, ombrelli e via discorrendo.
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Facendo surfing (benedetta sia la rete!) avevo scoperto queste luci molto portatili, poco ingombranti, flessibili e persino graziose: le Lowell EGO Lights. Numerosi blogger ne cantavano le lodi per i risultati ottenuti e più leggevo più mi veniva il desiderio di possederne un set. Piccolo problema: il costo notevole (intorno ai 250 Dollari per un set di due) e il fatto che non riuscivo a trovare un fornitore italiano. Avrei dovuto perciò farmele spedire dall’Inghilterra se non dagli States con ulteriori spese aggiuntive.
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Non ero però la prima a scontrarmi con il problema costo. Tant’è vero che sempre in rete si trovano numerosi siti di blogger americani che propongono soluzioni fai da te. Mi sono perciò messa d’impegno e, analizzando attentamente le specifiche tecniche delle lampade originali, numerosi articoli di critica e i vari suggerimenti da DIY, ho tirato fuori il mio progetto personale. Un ultimo vaglio da parte dell’Ing., che non si fida mai del tutto di quello che lui chiama il mio pressapochismo da archittetto – un’antica faida familiare che fa sbellicare i nostri amici – e via, in partenza per un tour dei vari Brico Centre, OBI, etc. della zona.
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Il materiale che mi è servito, lo vedrete dettagliato sotto, sarà costato 30-40 Euro. Il risultato lo lascio giudicare a voi: in coda ho riportato un paio di esempi di foto fatte con l’ausilio delle mie ormai amatissime pseudo-Lowell EGO.
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Passiamo alla parte tecnica.
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I materiali:
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- 4 faretti a pinza in plastica da 5 Euro l’uno;
- 4 lampadine a basso consumo (vedi sotto per le specifiche)
- 2 mensole angolari in legno laminato bianco da 28 cm di lato
- viti e rivetti vari
- 2 fogli 500×700 di plastica traslucida – colore neutro – spessore 1 mm
- 2 fogli 500×700 di pvc bianco – spessore 3 mm
- 1 listello angolare in pvc bianco da 2 cm di lato (non fotografato)
- 2 listelli angolare in pvc bianco da 1 cm di lato (non fotografati)
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Attrezzatura utile:
- cutter
- squadrette in metallo
- avvitatore a pile
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Specifiche delle lampadine:
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Le lampadine sono di quelle a basso consumo con forma che chiamerò a tortiglione (o fusillo se preferite, LOL!) da 23W, o 117W equivalenti.
La cosa assolutamente fondamentale è che siano a luce naturale. Questa caratteristica, che trovate espressa in gradi Kelvin, è essenziale per produrre un’illuminazione il meno distorta possibile. A mio avviso i risultati sono migliori di quelli ottenibili con il bilanciamento del bianco e la luce domestica, tipicamente molto calda. Le specifiche della Lowell EGO prevedono lampadine a 5500K, le ho cercate e cercate ma il meglio disponibile nella grande distribuzione sono lampadine da 6400K. Tutto quello che ho letto mi assicura che il risultato è sufficientemente simile per una frazione del prezzo.
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La cannibalizzazione dei faretti:
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Questa è stata una mia idea e ne sono piuttosto orgogliosa: una genialata! Ho trovato e comprato 4 faretti a pinza dei più economici, tutti in plastica (foto sopra). Arrivata a casa li ho smontati, eliminando la pinza e tenendo solo il braccetto snodabile (foto sotto) che risultava perfetto come supporto con cui fissarli alla struttura della lampada.
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Il progetto:
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Per ogni lampada:
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- tagliate due pannelli 28×50 di pvc bianco
- tagliate 1 pannello 46×50 di plastica traslucida
- tagliate l’angolare da 2 cm a 50 cm di lunghezza
- tagliate l’angolare da 1 cm in due porzioni da 50 cm di lunghezza ciascuna
- in ognuno dei pannelli posteriori fate 5 fori equidistanziati lungo il margine inferiore ed un foro lungo il margine che costituirà lo spigolo posteriore a 90° (vedi schema)
- forate l’angolare da due cm (posteriore) in corrispondenza di questi due fori
- lungo il bordo anteriore della mensola angolare fate tre fori equidistanti
- forate uno dei lati lunghi del pannello di plastica traslucida in corrispondenza die questi ultimi tre fori
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- Assemblate la struttura come da schema.
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Nota bene: gli angolari da 1 cm (laterali) vanno incollati solo lungo il lato esterno dei pannelli posteriori. Il pannello traslucido è fissato con delle viti solo lungo il bordo anteriore della mensola e liberamente trattenuto dagli angolari laterali.
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Fissate i due portalampade all’interno della struttura utilizzando i fori lungo i margini posteriori dei pannelli di pvc – vedi foto sotto.
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L’utilizzo delle luci nel set fotografico:
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Il modo più classico di utilizzare le Lowell EGO è posizionandone una a destra e una sinistra del set con un pannello riflettente sullo sfondo e il soggetto al centro. Volendo potete anche aggiungere un secondo pannello riflettente sopra al soggetto come nella seconda immagine. A me non dispiace neanche l’effetto creato dal posizionare entrambe le luci sullo stesso lato, rimbalzando la luce su un pannello dal lato opposto (terza immagine). In realtà sono talmente flessibili che non ti passa la voglia di sperimentare.
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Pseudo-Lowell EGO e originali a confronto:
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A sinistra la mia pseudo-Lowell, a destra l’originale.
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E ora un paio di esempi di foto scatatte con l’ausilio delle mie pseudo-Lowell EGO:
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Questa foto è stata presa oggi, quindi siamo a fine inverno, nel tardo pomeriggio e dentro casa. Le pseudo-Lowell erano posizionate ai due lati e servivano ad integrazione della luce diurna.
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Quest’altra, lo vedete, è un dettaglio della foto di apertura, scattata in notturna totale.
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Dimenticavo di dire: io non uso MAI il cavalletto, tutte le mie foto sono fatte reggendo la macchina a mano, quindi con tempi di esposizione relativamente corti.
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Questo post era una promessa. Mi scuso con quei lettori che possano essere delusi dal fatto che per una volta non si parla di cibo. Quella del blogger è una passione che ti cresce dentro. In tanti – io per prima – abbiamo iniziato quasi per gioco non sapendo bene a cosa si stava andando incontro. La voglia di far bene però è uno stimolo continuo ad imparare sempre nuove cose. La macchina fotografica, ad esempio, io l’ho sempre maneggiata in modo casuale, facendo fotografie ai posti che ho visitato o alle persone in situazioni che volevo ricordare. Improvvisamente ho scoperto un nuovo mondo che mi affascina e mi assorbe. Non sono e non sarò mai una professionista. Continuo a scattare soprattutto “a sentimento” forse anche perché proprio questo è il significato che una bella foto ha per me, come lo scrivere è una forma di condivisione di sensazioni, colori, gusti, consistenze e atmosfere.
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A tutti gli amici blogger che leggono questo post: mi auguro che le mie spiegazioni siano state chiare. Se vi servono altri chiarimenti scrivetemi, prometto di rispondervi e di fare tutto quello che posso per aiutarvi in caso anche voi vogliate provare questa soluzione. Se il mio piccolo progetto vi ha interessato scrivetemi lo stesso. Se decidete di lanciarvi anche voi e costruirvi le vostre pseudo-Lowell, fatemi sapere cosa pensate dei risultati. Mi piacerebbe vedere le vostre foto scattate senza più problemi di luce.
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Fiat Lux!
Ma che genialata! prima di tutto le foto sono fiche! i colori non sono distorti e spenti ma rimangono naturali, e poi mi piace…anch'io a casa ho inventato un atrezzutto molto più semplice però…mi sa che dopo il tuo post gli farò dei cambiamenti
Sei la mia gioia e la condanna per il maritino ;D Fine settimana assicurato a smaneggiare con l'elettricità! Spero di convincerlo… grazie per l'idea.
Sei grande.Come ti avevo detto stavo pensando una soluzione del genere ma ritenevo che oltre alle luci laterali fosse necessaria anche una luce superiore tipo bank. Invece la tua soluzione è assolutamente perfetta. Del resto ricordo quello che mi disse una volta un fotografo pubblicitario di Brescia: Ogni fonte di luce crea un ombra e più ne metti più hai problemi ad eliminarle.Ti posso copiare l'idea?Bacioni ed un saluto a Peter il cui comportamento non mi stupisce visto che è un classico degli Ing.. Ma secondo te fanno un corso specifico?
Suggerimento eccellente direi!!!
Un bellissimo suggerimento, ma temo sia al difuori della mia portata. Con i lavori di questo tipo, sono un'imbranata. Purtroppo. Ma ci penso e magari qualcosa studio (una lambada ed un pannello, magari). Insomma, mi hai dato da pensare… grazie!
fantastico questo post e che genialata queste lampade! in effetti le foto sono molto belle, colori puliti e non falsati, molto diverse dalle mie che di sera assumono colori imbarazzanti! Salvo la tua idea e vediamo di costruire queste lampade grazie mille 🙂
ma siete due geni voi due!!!!fantastico, veramente, attiverò il mio tecnico personale per l'assemblaggio.
Non ci posso credere che hai fatto una cosa del genere!!! Fantastico 😀
Faighissimo!!! ora che c'è il progetto devo trovare l'esecutore!
e qui sorge il mio problema!
Bellissime foto, complimenti anche per pseudo-Lowell.Io senza cavaletto sono una frana!
Che forte! Se penso a come faccio le foto io…. Quest'inverno aspettavo di avere una giornata decente e poi spostavo il tavolo sotto la finestra, infilavo il cappotto e aprivo la finestra per far entrare più sole possibile! Le comiche…
Wow, quanti siete! Non sono abituata a tutti questi commenti ma devo dire che è una sensazione bellissima. Grazie. Vorrei rispondere a tutti ma mi limiterò per non trascendere.@ Pentolina mia carissima, metti sotto Luca;)))@ Gianni, devi! Considerala il mio regalo di compleanno! E no, gli Ing. non fanno nessun corso: nascono già così, eh, eh!@ Lia, andiamoci piano: dei due io sono la mente, l'Ing. è solo il braccio …@ SpirEat: e se ti capisco! Io finivo per postare pochissimo. Adesso mi sento … liberaaa.@Teresa, Valentina, e tutte: davvero, è semplicissimo, non lasciatevi intimorire.Un abbraccio a tutte/i.
ricordati che una mente senza braccia non può fare nulla… :))
Hi AlexI'm so far from such results! I don't even have the time to think about it! And indeed God knows how much I need it!Should I succed in convincing my sweetheart in such a project I'll let you know…mmm…maybeCheersfulvia
@ Lia, claro che si. Ma è un nostro scherzo di casa. Del resto me lo posso permettere perché in realtà vengo da una famiglia in cui solo le donne sapevano fare qualsiasi cosa pratica, dal cambiare una presa ad aggiustare il boiler … Mio padre e mio fratello si sarebbero lasciati morire di inedia senza di noi;))))
@Patatenovelle: don't give up! A small ammount of constant pestering generally does the job;)))
ale bravisimaaaaaaaaaaaaa belissimo pos adesso me lo sudio bene e vedo se riesco a replicare 🙂
Alex, carissima… un post fantastico, GRAZIEEEE! Queste luci sono stupende, ma davvero belle! un ottimo compromesso per essere delle luci a duplice scopo.Lla tua versione non ha proprio nulla da invidiare alle originali, è identica! :)E sorrido già, immaginando una delle prossime domeniche in casa mia: la mezza architetta e l'ingegnere nel DNA (con un passato nell'illuminazione e con una cassetta attrezzi che straborda di portalampade, morsetti e varie..) e finalmente potrò fare le foto anche di sera, wow!bacioni!
Cinzia, grazie. Bellissimo commento. Mi ritrovo in pieno nella tua cassetta degli attrezzi – dovresti vedere cosa non ha l'Ing., incluso il vero amore della sua vita, il suo trattore! Sono passata a trovarti, meglio tardi che mai…:)))
Da stampare e far trovare sotto il piatto del marito stasera a cena!Grande Alex :))
Sonia, e sotto il cuscino no??? Eh, eh…
maccoomeeeee non ti ricordi che ci siamo conosciute anche di persona?!? In Franciacorta a novembre, ma in effetti poi non ci siamo parlate, tavoli diversi.. 🙂 ma si può ancora rimediare, no? Era buono il Satin Mirabella? A me è piaciuto, baci!
No, no. Volevo dire il tuo blog;) anche se effettivamente in Franciacorta ci siamo più 'viste' che altro. Il Satin? E' finito in frettissima, sigh!
ma che super fantastica figataaaa! (si può dire??!!) appena ho un pò di tempo mi stampo tutto e cerco di realizzare… per ora solo lightbox piccola per piatti non ho tutto quello spazio per tavole di legno!!! GRAZIE delle bellissime spiegazioni 🙂
Io ho già inoltrato l'ordine dei materiali a mio marito che per professione fa il buyer…se non riesce lui a reperirmi il materiale a buon prezzo lo faccio licenziare! 🙂 Grazie questo è un post magnifico!
@ Carissima Gonzi, qui puoi dire ciò che vuoi, lo sai (se ti capita di volermi insultare magari fallo in privato, va'). E, quello dello spazio non è mica un problema da ridere. Tra quello occupato dal set, quello – sempre di più – per ricoverare tutti gli ammennicoli da cucina e/o i props per le foto che continuo ad accumulare, tra un po' esco io di casa;))))@ Gioppa, bisogna metterli sotto! Tutti quei manicaretti che gli prepariamo dovranno pur scontarli in qualche modo, no?
ciao, contraccambio la visita e piacerissimo di conoscerti attraverso questo interessante post! sono una neofita della reflex digitale, ci sto ancora prendendo la mano e le luci negli interni sono un dramma, mi sa che mando il link al mio papi e me le faccio fare da lui le lampade, chissà come si diverte :-))complimenti per l'ingegnosità!del resto, necessità fa virtù, giusto?CiaoCristina
Ciao Alex! Devo ringraziarti di cuoreeeeeeeee! Questo post è stra utile! Grazie grazie grazie! E sei stata bravissima… e il disegnino sul quaderno.. troppo bello!Mi ci vedo già in casa a montare, attaccare, ecc… che ridere 🙂 se saremo in due, riderò ancora di più! 🙂
Alex "illuminata"!Bravissima!!!Idea grandiosa, peccato che casa mia è talmente piccola che giusto sul quaderno potrei realizzare la tua idea…. ha ha ahah :-)Ciao e cose belle…Francesco
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Grazie Alex! Non avevo guardato bene tra i tuoi post, mi ero fermata prima. Questo fine settimana mi metto all’opera.